Può esserci un collegamento tra i gravi fatti accaduti a Bergamo e dintorni e gli avvenimenti che si verificarono in Inghilterra e in Nuova Zelanda nel lontano 1999?
Il 29 dicembre 2010 uscì sul sito neozelandese chemtrailsnorthnz.com un articolo molto interessante, a firma di Clare Swinney, che tratta del fenomeno delle scie chimiche in relazione alla possibilità che esse siano causa scatenante di varie malattie, secondo i rapporti desecretati della Forza Difensiva della Nuova Zelanda.
Alcuni dei link che originariamente corredavano e supportavano l’articolo non funzionano più o sono stati rimossi, come sempre accade quando sul web sia presente un articolo che tratti di argomenti “proibiti” dalle false democrazie dell’Occidente.
Restano tuttavia le immagini (come quella che riporta uno stralcio di giornale dell’epoca – vedi sotto), le testimonianze di alcune persone ed una narrazione che si rivela nel complesso particolarmente credibile.
Il perché di questa credibilità, lo scopriremo dopo. Intanto lo ripropongo di seguito, con l’invito a leggerlo con attenzione.
Rapporti desecretati delle Forze di Difesa neozelandesi: scie chimiche collegate a focolai di malattie
Tra un assortimento recentemente pubblicato di rapporti declassificati di avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) dalla Nuova Zelanda, risalenti al 1952-2009, c’erano lettere scritte nel 1999 e nel 2000 da un cittadino preoccupato, che prevedeva che si sarebbe verificata un’epidemia di malattie dopo una “scia di condensazione aerea”, altrimenti nota come “scie chimiche”, è stata osservata sopra un’area popolata.
Le scie chimiche, comunemente denominate anche aerosol, differiscono dalle scie di vapore degli aerei in quanto spesso indugiano nel cielo per ore e possono essere viste in schemi a griglia, in linee parallele (vedi sotto) o formando “X” nel cielo .
Sebbene vedere una scia chimica non costituisca una prova che le malattie siano state causate da essa, vale la pena esaminare la questione, viste tutte le prove che dimostrano che le scie chimiche stanno facendo ammalare le persone, e alla luce di quanto si sa sulla loro composizione.
Prove raccolte per oltre un decennio rivelano che le scie chimiche sono utilizzate per almeno sette funzioni, tra cui il controllo meteorologico e le applicazioni militari, e sono composte da un’ampia varietà di ingredienti nocivi.
Includono comunemente alluminio e bario, che sono tossici sia per l’uomo che per l’ambiente.
Possono includere torio radioattivo, globuli rossi essiccati, agenti patogeni pericolosi, tra cui Mycoplasma Fermentens Incognitus, oltre a spore di muffe, dibromuro di etilene e nanotubi autoreplicanti che causano il morbo di Morgellons [per informazioni su questa patologia si può leggere qui, n. d. r.], che secondo le scoperte del ricercatore Clifford Carnicom, ora contaminano praticamente tutti.
I rapporti declassificati, che sono online sotto il titolo: Original Files: NZ’s UFO Sightings, sono stati pubblicati su un importante sito di notizie della Nuova Zelanda, Stuff.co.nz, il 22 dicembre 2010, e sono stati rilasciati al pubblico dalle Forze di Difesa della Nuova Zelanda ai sensi della legge sull’informazione ufficiale.
Tra i 2.101 documenti declassificati complessivi sono sepolte lettere, ritagli di cronaca e pagine di articoli di cronaca, che rivelano che un privato, il cui nome è stato tolto dal carteggio per motivi di privacy, ha più volte tentato di lanciare l’allarme sui pericoli di scie chimiche nel 1999 e all’inizio del 2000.
Sembra che inizialmente il corrispondente, che chiameremo “Mr Gibson”, abbia scritto a Warren Kyd, il membro del parlamento neozelandese per Hunua.
Nella sua lettera, datata 25 maggio 1999, scrisse che la scia che aveva visto era stata spruzzata in un enorme arco sopra Auckland e mentre un’agenzia gli aveva consigliato che solo un aereo militare poteva intraprendere quel tipo di attività, il traffico aereo Il controllo ha detto che proveniva da un aereo passeggeri in rotta verso le Fiji.
Ciò non è improbabile, poiché gli aerei passeggeri sono stati visti spruzzare scie chimiche in Nuova Zelanda e in altre parti del mondo.
Il signor Gibson ha anche indirizzato il deputato a un articolo dell’edizione di aprile 1999 della rivista Nexus.
Questo articolo, del giornalista canadese William Thomas, intitolato Contrails’: Poison From The Sky, (e da allora ribattezzato Chemtrails’: Poison From The Sky sul sito Web di Nexus), menzionava che nelle aree in cui erano state viste persistere queste scie, un pronto soccorso era stato “sommerso da casi simil-influenzali” e medici e infermieri si lamentavano di “essere estremamente impegnati con le diagnosi respiratorie”.
Thomas ha inoltre scritto:
“In Inghilterra, dopo che sono state segnalate scie di condensazione persistenti e ricadute simili a ragnatele su Londra e Birmingham, la BBC ha riferito il 14 gennaio 1999 che più di 8.000 persone – per lo più anziani – sono morte di polmonite e altre complicazioni respiratorie nell’ultima settimana di dicembre e le prime due settimane di gennaio 1999».
Alla luce di rapporti come questi, il signor Gibson ha consigliato nella sua lettera:
“Se questo aereo stava rilasciando qualcosa nella nostra atmosfera e causa come queste pubblicazioni, [sic] suggerisce, un gran numero di persone ad Auckland soffrirà di una malattia simile all’influenza”.
Un articolo di giornale, che si trova nel Libro 1 a pagina 37 degli archivi, e pubblicato dieci giorni dopo che la scia chimica è stata avvistata su Auckland, ha rivelato che si era verificata una “improvvisa ondata” di disturbi.
“Il pronto soccorso dell’ospedale è stato molto impegnato negli ultimi giorni con pazienti affetti da disturbi respiratori, tra cui polmonite e asma”, ha riferito il NZ Herald il 3 giugno 1999. (Vedi sotto).
Inoltre, un successivo articolo del NZ Herald, datato 6 luglio 1999 e intitolato: “Il tasso di mortalità sale nell’influenza ‘Plague’ [peste, n. d. r.]”, ha rilevato che circa 100 persone sono morte a giugno al Middlemore Hospital di Auckland “principalmente per malattie respiratorie”.
Nonostante la previsione di Gibson sembrasse corretta e supportata da rapporti esteri, il governo ha accantonato le sue preoccupazioni.
“Sono state fatte indagini e al signor Kyd è stato assicurato che non c’è motivo di allarmarsi”, ha avvertito il segretario esecutivo di Kyd, Faith Sarten, in una lettera datata 21 giugno 1999.
Non soddisfatto della risposta, il signor Gibson si è recato dal signor Kyd e su suo consiglio ha successivamente scritto al ministro della Difesa neozelandese, l’on. Mark Burton il 9 febbraio 2000.
Una risposta dell’On. Burton non può essere trovato nel fascicolo, solo un avviso di ricevimento della corrispondenza del signor Gibson.
Più di un decennio dopo e il governo neozelandese, che ha ormai ricevuto una moltitudine di lettere, e-mail e telefonate da cittadini preoccupati, non risponde ancora alle loro preoccupazioni riguardo a ciò che le prove dimostrano che si sta verificando su scala molto più ampia.
Ad esempio, quando ho inviato un’e-mail a 112 dei 122 membri del Parlamento il 10 settembre 2010 per un’azione di massa sulle scie chimiche e ho chiesto loro di aiutare a fermare questo avvelenamento della nostra atmosfera dal continuare, la più considerata di una manciata di risposte ricevute è stata quella dell’assistente esecutivo a Catherine Delahunty, la portavoce per le sostanze tossiche del Partito dei Verdi neozelandese.
Dichiarava: “Posso vedere la tua grande preoccupazione per le ‘scie chimiche’. Tuttavia, i Verdi devono dare la priorità al loro lavoro tossico alle sostanze chimiche conosciute (e anche in questo caso, sono limitati su ciò su cui possiamo concentrarci).
Riferimenti:
Sotto: la lettera che “il signor Gibson” ha scritto al deputato di Hunua, il signor Warren Kyd, che si trova nel libro 1 dei file declassificati, a pagina 35, seguita dalla risposta a pagina 36.
Di seguito in 2 parti: Un articolo dal Libro 1 a pagina 38, datato luglio 1999.
Sotto: Nel libro 1, a pagina 39, c’è una copia di una lettera inviata a Paul Holmes, conduttore del popolare programma di attualità delle ore 19:00, Holmes, andato in onda su TV1 tra il 1989 e il 2004.
Sotto: un articolo del NZ Herald, del 6 dicembre 1999, che era nel libro 1 a pagina 44 e numerato 10. Sembra essere l’ultima voce relativa a questa questione.
Grazie a Ben Tomlin per averci consigliato su questi reports.
I tristi avvenimenti di Bergamo e l’alone di mistero che li avvolge
Nel 2021 è uscito un articolo chiamato “Unexpected detection of SARS-CoV-2 antibodies in the prepandemic period in Italy”, pubblicato sul Tumori Journal. L’articolo in questione, segnalato dal prof. Vanni Frajese, endocrinologo e docente all’Università degli Studi Foro Italico di Roma, risale ad ottobre 2020 e riporta dati italiani. L’Istituto Nazionale dei Tumori infatti era in possesso del sangue conservato di pazienti oncologici prima che si rilevasse il COVID-19 nel marzo 2020.
E’ risultato, ad analisi specifiche, che gli anticorpi contro il COVID, le IgG e le IgM erano presenti nel sangue di questi pazienti oncologici già a settembre 2019. Questo fa pensare che il virus del SARS-CoV-2 fosse presente in Italia già ad agosto 2019. In particolare, nel febbraio 2020, nel 50% dei campioni di sangue di coloro che provenivano dalla zona di Milano erano presenti gli anticorpi ed i pazienti erano asintomatici.
L’articolo è passato del tutto inosservato e pone enormi interrogativi, in quanto, se vi era un numero così elevato di persone infette e del tutto asintomatiche, ci si chiede allora cosa accadde realmente a Bergamo. Il perché di tutte quelle persone morte.
Tuttavia l’articolo che riporta questi dati non ha avuto alcuna risonanza mediatica, anche perché avrebbe messo in discussione tutta la narrativa dominante sul virus.
Ma esiste un altro dato importante che fin qui non è stato rilevato e che viene spesso taciuto: l’articolo in questione segnalato da Frajese dà per scontata l’esistenza del virus del SARS-CoV-2. Quasi tutti danno per scontata l’esistenza di questo virus che, tuttavia, e questo è un dato di fatto oggettivo, non è mai stato isolato.
Finora infatti nessuno ha mai fornito prove scientifiche dell’esistenza del virus del SARS-CoV-2.
La dottoressa indiana Purnima Wagh ha fatto richiesta al Centro per la prevenzione e la cura delle malattie degli Stati Uniti, il CDC, di fornire un campione isolato e purificato del virus. Tuttavia il CDC non è stato in grado di fornire tale campione. Dunque, non si possono fare affermazioni in merito all’isolamento del virus.
Secondo quanto ha riportato il giornalista indipendente Cesare Sacchetti, altri ancora hanno provato a chiedere prova dell’isolamento del virus come ha fatto la ricercatrice canadese, Christine Massey, che ha aperto un sito dedicato all’argomento nel quale mostra tutte le sue lettere alle differenti istituzioni sanitarie internazionali.
La Massey ha scritto alle autorità sanitarie canadesi, britanniche, americane ed europee ma nessuna di queste quando le è stato chiesto di produrre un campione del virus isolato ha saputo darle una prova dell’isolamento del cosiddetto COVID-19.
Sappiamo però che a Bergamo si verificò un gran numero di morti.
Quel che risulta è che in Lombardia era prassi la somministrazione, ai pazienti ancora in Pronto Soccorso o nei reparti di Medicina, di farmaci come il Propofol o altri farmaci come alcune benzodiazepine. La somministrazione di tali farmaci provoca una grave depressione respiratoria e poi la morte se non si procede velocemente ad intubare il paziente per permettere la respirazione. Questi farmaci infatti vengono normalmente somministrati in sala operatoria prima che il paziente venga intubato.
Inoltre moltissimi pazienti COVID furono intubati in fretta: ma questa prassi allora diffusamente seguita si rivelò inutile e dannosa in quanto la maggior parte dei pazienti moriva. Questo spiega bene l’enorme lievitare del numero delle persone decedute.
Tuttavia, ciò non è ancora sufficiente a spiegare del tutto quel che avvenne allora a Bergamo e in quella zona della Lombardia.
Molte persone raccontano di strani sintomi mai visti prima, in quei giorni, senza contare che, secondo le testimonianze di sanitari e medici di famiglia residenti nella zona di Milano, già nell’autunno 2019 (ed addirittura anche nell’inverno 2018 fino all’estate successiva) erano aumentate in modo spropositato il numero delle polmoniti. Polmoniti che allora furono curate efficacemente con le cure tradizionali e non vi fu certo alcuna risonanza mediatica. Lo si può leggere chiaramente negli stessi commenti al video riportante l’intervento di Frajese.
Ma ho ascoltato di persona molte testimonianze di residenti a Milano e in Lombardia, fra cui anche sanitari, che assicurano come negli indimenticabili mesi di febbraio marzo 2020 si verificarono fatti gravi e inspiegabili.
Addirittura anche nell’inverno 2018 e fino all’estate successiva: “Sono un sanitario e posso affermare che già nell’inverno del 2018 io e tutti i miei colleghi eravamo stupiti nel constatare l’enorme numero di casi di polmonite. Ed aggiungo pure che tale situazione continuò anche nella primavera e persino nell’estate 2018. Tutti curati (e guariti) con le terapie tradizionali”.
E c’è chi sostiene che già nel 2016 o 2017, il P.S. San Gerardo di Monza era pieno di persone con sintomi di sindrome polmonare: “Avevo portato mia figlia piccola, per una bronchite persistente. Ho chiesto al pediatra, cosa diavolo stesse succedendo. Il pediatra era allibito e non se ne capacitava. Mi disse che non avevano mai visto così tanti accessi, per questo motivo”.
Se tutto questo risponde a verità, allora non si può non pensare che dal 2017 fino al fatidico 2020 qualcosa di non ben identificato fosse la causa di un gran numero di sindromi polmonari che si verificarono in quella zona della Lombardia.
Ma cosa poteva aver colpito simultaneamente tante persone tutte insieme?
Sappiamo però che una situazione analoga si verificò in Nuova Zelanda, come svelarono i rapporti declassificati delle Forze di Difesa neozelandesi, e si verificò analogamente un elevato numero di persone colpite da malattie respiratorie che andarono a riversarsi nei Pronto Soccorso degli ospedali, nell’ormai lontano 1999.
Se il paragone può sembrare a qualcuno azzardato o addirittura fantascientifico, riporto qui un’altra testimonianza, quella lasciata dalla scrittrice e attivista ambientale americana, dott.ssa Ilya Sandra Perlingieri, deceduta nell’ottobre 2013 a San Diego in California.
Nel 2009, durante un viaggio aereo negli Stati Uniti, la dottoressa avvistò personalmente un aereo che volava proprio sotto quello dove lei si trovava, che lasciava dietro a sé due scie grigio-nerastre. L’aereo recava ben leggibile sulla carlinga una scritta: “United”.
Proprio così: l’aereo che rilasciava due grosse e lunghe scie dal colore grigio-nero e che volava proprio sotto al suo, era contraddistinto con il nome della grande compagnia aerea statunitense.
La dott.ssa Ilya Sandra Perlingieri
Nell’articolo scritto da Ilya Perlingieri, dal titolo: “L’ultimo assalto degli Stati Uniti”, inviato al sito Arctic Beacon e che illustra il problema delle scie chimiche, si possono trovare le testimonianze agghiaccianti della dottoressa sull’osservazione del cielo o sullo stato di salute degli animali domestici e selvatici nelle vicinanze della sua proprietà.
Ne riporto uno stralcio significativo:
«[…] Esistono molte testimonianze di malattie respiratorie difficili da curare (rinite, tosse, bronchite, polmonite). I bambini e le persone anziane sembrano quelli colpiti maggiormente. Spesso sono necessarie settimane e settimane per guarire da queste malattie (a volte due mesi). Ciò che i medici diagnosticano come rinite o bronchite è costituito in realtà da forme non usuali che non esistevano prima del 2000. I farmaci sembrano non essere efficaci, mentre le medicine alternative giovano un po’ di più. Le malattie dell’apparato respiratorio sono oggi la terza causa di morte.
Tutti i mammiferi sono colpiti: perciò anche gli animali. I gatti ed i cani manifestano derma infiammato e pruriginoso. Sintomi simili si notano anche negli animali degli allevamenti (mucche, pecore, maiali e capre). Nella mia tenuta ed in quella dei miei vicini, gli scoiattoli, i ricci e gli occasionali procioni sono sempre intenti a grattarsi.
[…] Nel 2003 Clifford Carnicom, in una sua indagine, intervistò alcuni insiders i quali affermarono che il Pentagono e le industrie farmaceutiche sono coinvolte nelle irrorazioni clandestine. [1]
Il nostro sistema immunitario è sotto attacco ogni giorno e sta collassando a causa di questa cronica attività di avvelenamento decisa dai governi. Gli elementi chimico-biologici usati (bario, alluminio, batteri e virus) compromettono le capacità di autoguarigione del nostro organismo. Stiamo respirando ogni giorno questi veleni. Quali conseguenze sono state causate, diffondendo ogni giorno alluminio che danneggia il cervello? [2]
In questo periodo vengono pubblicati articoli dell’attuale illegale amministrazione Obama che intende sviluppare la geoingegneria. Con bugie ed inganni che si affastellano per abbindolare le masse, affermano di voler “combattere il riscaldamento globale”. Eppure la maggioranza degli scienziati oggi sta dichiarando che non esiste il riscaldamento globale, piuttosto il nostro pianeta sta subendo dei cambiamenti climatici dovuti alle operazioni clandestine di aerosol. Ciò non bisogna dire: che i singoli cittadini non hanno provocato danni significativi alla biosfera, mentre lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali continua ad un ritmo sfrenato, ma di ciò sono responsabili soprattutto le multinazionali che continuano ad accumulare profitti: a queste società non interessa la massiccia distruzione degli ecosistemi. Noi comuni cittadini rimaniamo sull’apice di una ragnatela avvelenata ed in procinto di cadere.
La terra sta mostrando segni di raffreddamento e sono stati pubblicati numerosi studi scientifici che lo confermano. L’ultimo rapporto dell’I.P.C.C. è stato un fallimento e non ha incluso alcuni importanti fenomeni, come l’attività solare. [3]
Quanti cambiamenti climatici sono invece stati provocati, negli ultimi dieci anni, da più di sessanta differenti programmi di modificazione meteorologica clandestini. Sono programmi militari, privati e “pubblici”, ossia si usa il denaro dei contribuenti per avvelenarli. Nessuno di questi programmi è stato mai preceduto da una discussione pubblica.»
La risposta ad uno degli interrogativi più inquietanti della storia dell’umanità
Ormai oltre dieci anni fa, un ex agente dell’FBI di nome Ted Gunderson, pose a gran voce con rabbia, durante un’intervista sul fenomeno delle scie chimiche ormai diffuso a livello planetario, alcuni interrogativi – destinati a restare insoluti – ai suoi ascoltatori connazionali:
“Cos’ha che non va il Congresso?”
E ancora, riferendosi a coloro che impartivano gli ordini per il via a queste losche operazioni: “Tutto questo ha un effetto sulla loro popolazione, sulla loro gente, sui loro parenti, e su se stessi. Cosa c’è che non va?”. “Cosa non va nei piloti che guidano questi aerei e scaricano questo veleno sulle loro stesse famiglie?”.
L’attacco che Satana ha deciso di sferrare contro Maria, e quindi conseguentemente contro l’umanità intera, preannunciato da suor Lucia dos Santos nel 1957 durante un colloquio con padre Augustin Fuentes, è, oggi, la risposta che più mi convince.
Non c’è infatti un’altra risposta razionale che possa spiegare in modo esauriente cosa mai abbia spinto e spinga tuttora gli uomini a tanta lucida e criminale follia, persino contro se stessi e contro coloro che amano.
Ancora una volta, sembra che le chiavi di questa oscura ed intricata vicenda, iniziata già fin dal Settecento, il secolo degli “illuminati”, ed intensificatasi sul finire del secolo scorso, si trovino ben nascoste nel mistero mai svelato e non ancora compiuto del grandioso avvenimento di Fatima.
Note:
1] Clifford Carnicom. “A Meeting Between Investigative Research and Well-Place Military Source.” July 2003: www.carnicom.com [2] Kaye H. Kilburn, M.D. “Chemical Brain Injury.” Oct. 2001: http://safe2use.net/ca-ipm/01-10-20.htm [3] “Scientists abandon global warming “lie” 650 to dissent at U.N. climate change conference.” Dec. 13, 2008: www.globalresearch.ca/PrintArticle.php?articleId=11383www.tankernemy.com
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